Sono un consulente aziendale, un coach e un consulente filosofico. Mi occupo di persone e organizzazioni. Qui scrivo di come cambiare le une e le altre. In particolare, ma non solo, con le pratiche filosofiche. Perchè, come dice Wittgenstein, "compito della filosofia è mostrare alla mosca come uscire dalla bottiglia". E... giusto per essere chiari: qui le mosche siamo noi. Per chi desidera scrivermi c'è l'e-mail paolo.cervari@gmail.com, mentre per saperne di più su ciò che faccio c'è www.cervari-consulting.com.

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martedì 19 aprile 2011

Vitali malati di Parkinson

Sono stato a un convegno di malati di parkinson e ne ho ricavato una grande energia (ringrazio Lucilla Bossi - su di lei questo link che mi piace - presidente di Parkinson Italia, donna energica, notevole e un poco estrema, nel senso migliore del termine, ce ne fossero così, per avermi invitato e, a modo suo, nei preparativi, un po' scrollato). Cosa ne ho ricavato? Erano tutti lì, in attesa, come avviene nelle aule migliori: e quando sono tutti lì e ti chiedono qualcosa e pensano che tu glielo puoi dare, qualsiasi cosa sia, e ne hanno, e tu lo sai, buon diritto, e tu ne sei responsabile, tant'è vero che hai accettato di essere lì... bè non ti puoi esimere. E se hai qualcosa da dare lo dai. E se non ce l'hai... ti devi pentire. Ora, la cosa bella è che di solito, anche se non sai mai come va a finire, a me capita, grazie a Dio, o a che altro di simile, di riuscire a dare qualcosa. Come lo so? Bè... in genere dagli sguardi durante e dopo, e dalla quantità inaspettata di gente che viene a cercarmi dopo e a importunarmi (pensano) senza sapere (forse) quanto mi faccia piacere e quanto sia io, invece, a ringraziare, in cuor mio, loro. Un ulteriore ringraziamento a Carlo Gargiulo, che ha moderato e che, nonostante sia uomo televisivo, è riuscito con estrema eleganza a toccare e contenere un affondo sul dolore e la morte che andava gestito: lui mi ha aiutato in questo, con una saggezza e un equilibrio che mi hanno sorpreso e un savoir faire che gli invidio.

domenica 10 aprile 2011

Socrate, diglielo a Berlusconi

Non ho mai manifestato qui idee politiche di schieramento schierato, ma forse chissà, dati i recenti avvenimenti (digitate su Google il mio nome insieme alla parola "Buccinasco") ora mi sento più libero. Non farò mai polemiche di bassa lega, e tuttavia mi viene da dedicare o meglio destinare questo post a Berlusconi. Non solo per metterlo in croce, anzi, soprattutto direi, come controparte: mi piacerebbe sapere cosa potrebbe rispondermi. Seriamente. Fate conto che si parli a lui:

"Caro amico, tu sei Ateniese, cittadino della più grande e rinomata, per la sua scienza e la sua potenza, tra tutte le città, eppure non arrossisci nel riservare le tue cure alle tue ricchezze, per continuare ad accrescerle il più possibile, insieme alla tua reputazione e agli onori; e invece della tua ragione, della verità e della tua anima, che dovremmo di continuo migliorare, tu non ti curi e neppure ti dai pensiero."

Lo dice Socrate, nell'Apologia (che ricordo al mio destinatario è uno scritto di Platone, per cui Socrate è di fatto un suo personaggio), e lo dice quando sta per essere condannato a morte, rievocando la vita che ha fatto e ciò in cui crede. Faceva così, ovvero faceva il tafano, punzecchiava e ricordava a tutti quella cosa lì. Ora sollevando Berlusconi dall'appello, lo faccio a te: ci pensi? O dedichi tutto il tuo tempo e le tue energie a quelle cose là? E scusa la brutalità, ma lo sai che, come dicevano i nostri nonni, le tombe non hanno tasche?

Casa nostra

In una vecchia intervista Wim Wenders diceva che noi umani siamo in perenne conflitto, o dialettica o oscillazione, tra at home e on the road. Quando sei in uno di questi due modi, diceva, allora vuoi l'altro. Kant invece parlava del cielo stellato sopra di me. Io mi ricordo, per parte mia, di un viaggio lisergico molto simile a questo. Ero con Dario, lo saluto. E questa, amici, tutti e chiunque tu sia, è casa nostra.