Sono un consulente aziendale, un coach e un consulente filosofico. Mi occupo di persone e organizzazioni. Qui scrivo di come cambiare le une e le altre. In particolare, ma non solo, con le pratiche filosofiche. Perchè, come dice Wittgenstein, "compito della filosofia è mostrare alla mosca come uscire dalla bottiglia". E... giusto per essere chiari: qui le mosche siamo noi. Per chi desidera scrivermi c'è l'e-mail paolo.cervari@gmail.com, mentre per saperne di più su ciò che faccio c'è www.cervari-consulting.com.

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lunedì 26 ottobre 2009

Consulenza Filosofica

Che cos’è la La Consulenza Filosofica? Nata nel 1980 per iniziativa di Gerd Achenbach è un dialogo di chiarificazione, analisi e orientamento che utilizza gli strumenti della ragione e della logica, del pensiero critico e della riflessione sulla propria esperienza per affrontare i problemi della vita. Può essere utile per affrontare un dilemma, per effettuare una scelta, per gestire un disagio esistenziale, per chiarire la propria visione del mondo, per indagare presupposti e conseguenze di azioni che si vogliono compiere. Nel corso del dialogo il filosofo consulente non ha il compito di dare le risposte, ma piuttosto di mettere il consultante in condizione di trovare da sé le soluzioni migliori per lui. Il filosofo consulente, infatti, non ha idee preconcette, è aperto e al servizio del consultante per esplorare insieme a lui le questioni che gli stanno a cuore e dunque sviluppa analisi, formula ipotesi, confronta diverse possibilità, propone sintesi, apre scenari, riduce la complessità. In pratica fa quello che hanno sempre fatto i filosofi, soprattutto nell’antichità: aiuta le persone a trovare la strada per vivere meglio. Infine va detto che la Consulenza Filosofica si rivolge a chiunque e per usufruire di una consulenza filosofica non è affatto necessario conoscere la filosofia: ogni persona può riflettere su di sé usando gli strumenti del pensiero. Anzi, di solito lo facciamo tutti… solo che un filosofo consulente può aiutare a farlo meglio.

mercoledì 7 ottobre 2009

Non si parlano

Sto lavorando a un intervento sui conflitti in seno a un’organizzazione e mi sono imbattuto nella seguente affermazione di Peter F. Drucker: “Tutte le volte che io, al pari di qualunque altro consulente, inizio a lavorare con un'organizza­zione, la prima cosa di cui sento parlare sono i conflitti di perso­nalità. In genere questi conflitti derivano dal fatto che le persone non sanno che cosa fanno gli altri e come svolgono il loro lavoro, o su quale contributo si concentrano gli altri e quali risultati si aspettano. E la ragione per cui non lo sanno è che non l'hanno mai chiesto e quindi non gli è mai stato detto.” Capito l’arcano? Uno dei più celebri consulenti e pensatori di management del mondo ci dice che il problema sta nel fatto che la gente non si parla. Perchè? La risposta di solito è: “abbiamo altro da fare”, ed è sottinteso che questo “altro” (obiettivi, performance ecc.) è più importante. Ciò mi porta a pensare che gran parte dei problemi delle organizzazioni sarebbero risolvibili da una buona madre di famiglia. Quello che manca è un po’ di buon senso, una visione complessiva delle cose e la voglia di trarne le conseguenze. Ma di questi tre elementi quale è il più critico, o il più difficile a effettuare? Dalla risposta a questa domanda dipende molto di come si pensa il lavoro con le organizzazioni....